“A Roma, nel Lazio e in tutto il Paese, il comparto dell’edilizia rappresenta storicamente un volano di sviluppo, di lavoro e di progresso. Non permettiamo che l’attuale crisi e il complicato contesto geopolitico releghino il settore edile nella stagnazione e nel recesso. Per riuscirci sono necessari innanzitutto, condivisione di intenti e un importante cambio di mentalità”. A sottolinearlo, in una nota stampa, è Marco Matteoni, rappresentante datori di lavoro del Consiglio generale della Cassa Edile di Roma, ex presidente della Confartigianato Edilizia di Roma e del Lazio, nonché tra i principali player nella riqualificazione immobiliare ed energetica.
Matteoni che, quindi, puntualizza: “Sono della ferma opinione che la nostra categoria debba accantonare la mentalità del battitore libero, e debba iniziare a costruire fronte comune, soprattutto in questo periodo, dove il 110% e, più in generale, gli ecobonus, hanno rappresentato e continuano a rappresentare l’occasione propizia per far ripartire il nostro settore e, complementarmente, una nazione in una pericolosa fase economico-finanziaria”. Per questa ragione, secondo Matteoni, è fondamentale “presentarsi uniti ai tavoli istituzionali, nazionali e locali, e battagliare anche e soprattutto per la tutela della miriade di piccole imprese che a tutt’oggi sono a rischio fallimento: imprese che, ad esempio, a Roma e nel Lazio stanno soffrendo da anni la crisi, aggravata dalla pandemia e dalla guerra”.
“Pertanto, le associazioni di settore – come Ance Roma Acer – devono tornare a fare quello per cui sono deputate: tutelare i diritti di tutti i costruttori edili, grandi e piccoli”. Infine, sempre a proposito di 110%, “voglio ricordare a tutti gli attori politici e governativi – continua Matteoni – che le truffe a oggi addebitate al Superbonus110 sono una percentuale modestissima. Dunque, smettiamola con questo terrorismo mediatico, basta con questo screditare e col fare di tutta l’erba un fascio: la stragrande maggioranza delle aziende rispetta la legge e molte imprese lavorano ogni giorno con impegno e dedizione, seppur a rischio fallimento per eccesso di credito (e non di debito)… e questo lo Stato italiano non deve mai dimenticarlo”.